di Laura Kazlas
Una delle prime cose che la gente nota di un crocifisso cattolico è la figura di Gesù sul davanti, e i cristiani che non sono cattolici, spesso si chiedono perché non usiamo una semplice croce dal momento che Gesù è risorto dai morti? Inoltre, perché chiamiamo una croce, un crocifisso?
Un crocifisso per i cattolici è un ricordo visivo della crocifissione di Cristo. È un maestro, una fonte di guida, un richiamo alla fiducia nel Signore, ed è un oggetto di devozione molto venerato per molte ragioni. Un malato terminale può trovare grande conforto nel guardare un crocifisso con la figura di Gesù sul davanti, confidando che i suoi peccati sono perdonati e che Gesù Cristo è morto, ma è risorto dai morti nella vita eterna in cielo. Anche loro possono essere sicuri che c’è davvero vita dopo la morte e che un posto li aspetta anche in cielo.
Molte persone guardano la figura di Gesù sulla croce, richiamando alla mente la grande sofferenza che ha sopportato e trovano conforto nel sapere che Gesù può identificarsi con le sofferenze che anche loro stanno attraversando. Altri ancora possono simpatizzare con il modo in cui Cristo è stato maltrattato o che era innocente delle accuse contro di lui. O forse ricordano che il Signore non rispose agli abusi e alle accuse fatte contro di lui, ma perdonò persino coloro che lo misero a morte.
Ci sono molte lezioni che l’esempio di Cristo sulla croce può insegnarci. Ma, la ragione più importante per cui un crocifisso è così importante per i cattolici, è perché ricordiamo il lato umano di Cristo, che ha sofferto molto in modo che noi possiamo essere perdonati dei nostri peccati. Guardiamo la figura di Cristo nella sua sofferenza con amore, per quello che lui di sua spontanea volontà, ha fatto per noi. Gesù aveva un cuore così grande che ha abbracciato la morte per amore del suo amore per noi, non solo per il mondo intero, ma per ognuno di noi individualmente.
L’immagine di Gesù che muore sulla croce ci ricorda anche che una persona può essere perdonata e ricevere la salvezza, anche nell’ultima ora di vita, allo stesso modo in cui Cristo ha perdonato il buon ladrone, assicurandogli un posto in paradiso. Questo è rassicurante per noi e anche per coloro che amiamo.
La buona notizia è che Gesù è risorto dai morti, che la morte non ha l’ultima parola. La volontà di Cristo di morire per noi è il più grande atto d’amore che il mondo abbia mai conosciuto. Ha dato l’esempio per le nostre vite e questa realizzazione aiuta anche noi, a morire a noi stessi, a morire al nostro egoismo, per amore degli altri. Prendiamo ogni giorno la nostra croce e seguiamo le orme di Gesù, tenendo fresco nella nostra mente chi era e cosa ha significato la sua vita, quando guardiamo la figura di Cristo sulla croce. Non notiamo il legno della croce, quanto il nostro Signore Gesù Cristo.
Articolo di Laura L. Kazlas