Fosfina

(anche fosfuro di idrogeno), PH3, un gas incolore con odore di pesce marcio. La fosfina ha una densità di 1,55 g/litro, un punto di fusione di -133,8°C e un punto di ebollizione di – 87,8°C a 25°C e una pressione di 0,1 meganewton/m2 (1 chilogrammo-forza/cm2); 1 volume di acqua dissolve circa 0,25 volumi di PH3. Quando viene riscaldata, la fosfina si decompone in fosforo e idrogeno. Le proprietà chimiche della fosfina sono in qualche modo simili a quelle dell’ammoniaca; il composto forma sali di fosfonio, per esempio, PH4I. La fosfina è un forte agente riducente. Si infiamma in aria a temperature superiori a 100°C; in presenza di una piccola quantità di vapore di difosfina, si infiamma spontaneamente per formare un pentossido di fosforo dal fumo bianco. Le miscele di PH3 e ossigeno sono esplosive (la reazione procede con un meccanismo a catena).

Il fosforo (con vapori di P2H4 presenti come impurità) è prodotto dalla reazione del fosfuro di calcio (Ca3P2) con acqua; riscaldando il fosforo bianco con una soluzione alcalina caustica (il metodo usato dal chimico francese P. Gengembre, che nel 1783 fu il primo a produrre fosfina); per decomposizione termica del fosforo o dell’acido ipofosforoso; e per reazione degli alcali con gli alogenuri di fosfonio. PH3 si forma invariabilmente durante la produzione elettrotermica di fosforo bianco dai fosfati.

PH3 è estremamente tossico. In caso di avvelenamento, la vittima deve essere esposta all’aria fresca e sottoposta a respirazione artificiale.

Sono noti anche la difosfina autocomburente (P2H4; punto di ebollizione, 56°C) e una forma solida del composto, la cui struttura non è stata determinata.

Sono noti anche i fosfati di fosforo bianco (P2H4).

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