Di Stephen Battersby
Vedi galleria&colonna; “Superlativi spaziali&colonna; Gli interpreti estremi dell’universo”
La velocità è relativa. Non esiste uno standard assoluto per la “stazionarietà” nell’universo. Forse la cosa più vicina è l’onnipervasiva radiazione cosmica di fondo a microonde. Il suo spostamento Doppler attraverso il cielo – blu in una direzione, rosso nell’altra – rivela che, rispetto alla CMB, il sistema solare sta sferragliare a 600 chilometri al secondo. Le microonde sono piuttosto inconsistenti, però, quindi non sentiamo il vento tra i capelli.
Anche le galassie lontane si muovono ad una certa velocità. Lo spazio si sta espandendo ovunque: più spazio si sta guardando attraverso, più velocemente le galassie che si vedono si stanno allontanando da noi. Abbastanza lontano, le galassie si stanno effettivamente ritirando più velocemente della velocità della luce, il che significa che non potremo mai vederle perché la loro radiazione non può raggiungerci.
Mentre questi estremi inaccessibili possono avere un fascino astratto, la velocità diventa molto più interessante se ci si muove velocemente rispetto a qualche grande oggetto vicino – qualcosa che si può vedere sfrecciare davanti alle finestre, o qualcosa contro cui ci si potrebbe schiantare.
Nel nostro sistema solare, Mercurio, il messaggero degli dei, è il pianeta che si muove più velocemente, con una velocità orbitale di circa 48 chilometri al secondo; la Terra riesce a percorrere solo circa 30 km/s. Nel 1976, Mercurio è stato superato per la prima volta da un manufatto umano, la sonda solare Helios 2, che ha raggiunto più di 70 km/s mentre sfrecciava vicino al sole. Le comete che bruciano il sole e che arrivano in picchiata dal sistema solare esterno superano entrambe, sfiorando la superficie solare fino a 600 km/s. …