Buona Pasqua a te e alla tua famiglia!!! Amiamo sia questa ricetta che la tua presentazione di essa. La nostra defunta nonna usava la pronuncia Pizza Gaina ed è un piacere vederla trattata con rispetto. Riconosco l’altitalia, ma come cucina povera, abbraccio il suo dialetto. Da bambini potevamo scegliere: pizza gaina o la Pizza di Ricotta Dolce che chiamavamo “pizza grana” – probabilmente un’ulteriore corruzione delle lingue mescolate. Assistevamo la nonna e uno dei miei compiti era quello di tagliare a dadini i salumi e il formaggio fino a quando si accorsero che la gaina perdeva la battaglia con il buon gusto, allora fui riassegnato :-)) Era il periodo dell’anno in cui mia nonna cucinava di più e anche se non c’è più da quattro decenni, è il periodo dell’anno in cui il suo spirito guida le nostre mani un po’ di più. Mia sorella è particolarmente abile nelle ricette di nostra nonna.
Gradirei, visto quanto sei abile con la nostra lingua, qualche informazione su come la pasta di lardo (pesto di maiale, aglio e prezzemolo) che lei usava nel bracciale e che chiamava “la de la chaad?” Lardellato è la parola più vicina che riesco a trovare, ma non so se sia stata la dialettica, il suo “proteggerci” dalla lingua, proteggere la lingua da noi, o qualche altra spiegazione. Ho cercato per anni di capire “rigobhaad” che era la sua parola per il triage delle verdure dove piccole sezioni rovinate sarebbero state eliminate dal tutto; risulta essere recuperato, “recupero”, lo scarto era limitato e il resto cucinato.
Ancora una volta, grazie per tutto lo sforzo che mettete in questo sito – è un tesoro culturale.