Assumere un certo dosaggio di destromethorphan polistirex anni fa mi ha portato alla sorta di lieve psichedelia associata a basse dosi della droga – ma la vera euforia non era l’high, ma il comedown. Mentre uscivo da quella droga, mi sentivo sporco – ma non in modo cattivo, più come un bambino che gioca nel fango e ne ride per tutto il tempo. Provavo nostalgia per un tempo che non esisteva e che non esisterà mai. Il lieve calore e la sottile nausea di quello che allora chiamavo impropriamente “malattia del drogato” è una sensazione che non sono mai riuscito a replicare. Ho scritto una poesia, una sorta di tragica poesia d’amore, a un amico e l’ho mandata per e-mail, e lui mi ha risposto che era buona, e io l’ho prontamente cancellata. In seguito ho cercato di recuperarla, ma ormai era troppo lontana. Scendere era come sdraiarsi sulla sabbia calda mentre il sole tramontava, e provare una leggera tristezza per il fatto che la giornata era finita. Non era eccitante o rilassante, ma era comunque molto piacevole. Non ho un nome per questa sensazione, e nessuna ragione per credere che sia mai esistita per qualcuno, tranne il ricordo assillante che informa la mia mente di un passato mitico che non è né qui né là, ma riesce a rimanere sopra la linea di costa del tempo, abbastanza vicino da essere visto dall’acqua ma abbastanza lontano da essere liquidato come un trucco della luce o un gabbiano che volteggia, ma sicuramente non una vera scena del passato, perché un tale tempo non potrebbe esistere – era semplicemente un prodotto della memoria difettosa, un sintomo di un problema di fondo più profondo della cognizione umana. Eppure – rimane là fuori, un puntino che brilla brillantemente nella notte, allontanandosi sempre più nel tempo, abbastanza lento da essere semplicemente il risultato della rotazione della Terra, ma abbastanza veloce da essere forse solo un aereo. Ancora sempre presente, un’impossibilità stiracchiata dal corso della storia personale, eppure visibile nella mitologia mentale conservata nella memoria e nel sussurro affannoso di qualcosa di confortante e inquietante.
E la magia è stata dimenticata nel tempo, ancora presente nell’attuale stato di entropia ma avvolta dalla miriade di altri movimenti lo stesso.