Bryan Tyson (1830-1909), anti-abolizionista e anti-secessionista, nacque nella contea di Randolph, Carolina del Nord, da ex quaccheri proprietari di schiavi. Nel 1862, ispirato da visioni religiose, Tyson decise di diventare un attivista e pubblicò il suo controverso libro A Ray of Light; or, a Treatise on the Sectional Troubles, Religiously and Morally Considered. The Institution of Slavery in the Southern States di Tyson fu pubblicato un anno dopo e riassume gran parte di questo lavoro precedente. The Institution of Slavery era diretto sia al pubblico del Sud che a quello del Nord. Tyson, egli stesso un proprietario di schiavi, sperava di convincere i bianchi del Nord a respingere il presidente Abraham Lincoln rifiutando l’emancipazione e a perseguire invece la pace con la Confederazione, salvando così l’Unione.
In questo documento, Tyson presenta e confuta gli argomenti civili, morali ed economici contro la schiavitù. Affermando di avere in mente i migliori interessi dei “servi” neri, offre anche idee per il miglioramento della schiavitù, come leggi che “proibiscano a un uomo e a una moglie di essere separati in qualsiasi circostanza” (p. 25). Tyson, tuttavia, non crede che “tutti gli uomini siano stati creati uguali”, e offre aneddoti e statistiche così come prove bibliche nel tentativo di dimostrare che gli afroamericani traggono profitto socialmente e moralmente dalla guida benevola dei loro padroni e datori di lavoro bianchi, che Tyson ritiene superiori. Secondo Tyson, l’unico modo per salvare sia la schiavitù che l’Unione è che i nordisti offrano gesti concilianti al Sud, sottolineando che i nordisti non volevano essere oppressori; piuttosto, volevano solo salvare la Costituzione. Attraverso dichiarazioni come queste, Tyson articolò i sentimenti inespressi di migliaia di nord-caroliniani che si opposero alla secessione fin dall’inizio o arrivarono a questa conclusione durante la guerra.
Michael Sistrom