Sindrome del nervo interosseo posteriore

La sindrome del nervo interosseo posteriore è una neuropatia compressiva del ramo interosseo posteriore del nervo radiale, che colpisce l’innervazione del comparto estensore dell’avambraccio.

Epidemiologia

Le neuropatie compressive dell’avambraccio sono molto meno comuni di quelle del polso, e l’intrappolamento del nervo radiale è il meno frequente dei tre principali nervi dell’estremità superiore. Le paralisi del nervo interosseo posteriore sono più comuni nei maschi, con un rapporto riportato di 2:1 1.

Presentazione clinica

La sindrome del nervo interosseo posteriore avrà spesso un esordio insidioso, presentandosi con debolezza del polso e degli estensori digitali. L’estensione attiva del polso si traduce spesso in deviazione radiale, a causa della conservazione dell’estensore del carpo radiale lungo, che è fornito dal nervo radiale. Questa entità è di solito indolore, e i pazienti con una sindrome isolata del nervo interosseo posteriore non avranno un deficit sensoriale. Questa è una caratteristica clinica utile per delineare questa sindrome dalla sindrome del tunnel radiale.

Patologia

Si tratta di una compressione del nervo interosseo posteriore dovuta a traumi, microtraumi, lesioni occupanti spazio o infiammazione. I siti di compressione più comunemente descritti sono rispettivamente l’arcata di Frohse e il bordo distale del muscolo supinatore 2. Altri siti potenziali (da prossimale a distale) sono:

  • bande fibrose anteriori all’articolazione radiocapitellare
  • ciglia di Henry
  • bordo medio-proximale dell’estensore del carpo radiale brevis

caratteristiche radiografiche

Radiografia piana

La radiografia può aiutare ad escludere fratture sottostanti, dislocazioni, instabilità o artrosi come causa sottostante alla compressione.

Ultrasuoni

L’ecografia può essere utile sia per localizzare che per quantificare il grado di costrizione. Il risultato più comunemente visto è l’allargamento del nervo interosseo posteriore o il gonfiore all’aspetto prossimale del sito di compressione 3.

MRI

Diagnosi di imaging basata principalmente sul modello di denervazione muscolare; intensità del segnale anormale o atrofia nei muscoli innervati dal nervo interosseo posteriore 4. La risonanza magnetica può anche essere utilizzata per identificare qualsiasi lesione estrinsecamente compressiva, valutare i potenziali siti di compressione e, infine, per la pianificazione chirurgica se l’intervento è appropriato.

Trattamento e prognosi

Dopo aver escluso le lesioni occupanti lo spazio, il trattamento iniziale è conservativo e prevede riposo, modifica delle attività, steccatura, terapia fisica e FANS. La prognosi è generalmente buona con misure conservative.

Nel contesto di una lesione compressiva, il parere chirurgico è consigliato per considerare l’escissione. La decompressione chirurgica è generalmente riservata ai sintomi refrattari alla gestione conservativa per >3 mesi e alla costrizione grave. I trattamenti operativi includono; neurolisi esterna e interfascicolare, neurorrafia e trasferimento tendineo 2.

Diagnosi differenziale

  • sindrome del tunnel radiale
  • sindrome di Wartenberg

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