Enrico III, di nome Enrico il Sofferente, spagnolo Enrique el Doliente, (nato il 4 ottobre 1379, Burgos, Castiglia – morto nel 1406, Toledo), re di Castiglia dal 1390 al 1406. Anche se non poté scendere in campo a causa della malattia, conservò gelosamente il potere reale attraverso il consiglio reale, l’Audiencia (corte suprema) e i corregidores (magistrati). Durante la sua minorità, le rivolte antiebraiche di Sevilla (Siviglia) e di altri luoghi produssero la grande classe dei conversos (convertiti).
Figlio di Giovanni I, Enrico portava il titolo di principe delle Asturie, che da allora in poi designò l’erede apparente. Il suo matrimonio con Caterina di Lancaster, nipote di Pietro I, pose fine alla frattura dinastica e consolidò la casa di Trastámara.
Enrico successe a 11 anni; e, sotto una reggenza, le comunità ebraiche furono saccheggiate a causa di una predicazione fanatica. Assunse il potere a 14 anni, ripristinò il controllo del consiglio reale e dei tribunali e impose l’ordine. Mise un freno alle Cortes (parlamento), affidandosi ai legisti. Riprese la lotta con il Portogallo (1396-98) e fece una tregua favorevole, ma non fu in grado di guidare le sue truppe e nominò suo fratello minore Ferdinando per la campagna contro Granada. Inviò emissari alla corte di Timur (Tamerlano), l’imperatore dell’Asia centrale e sovrano della Persia, e diede licenza a Jean de Béthencourt di conquistare e colonizzare le isole Canarie.
Enrico III morì giovane, lasciando un erede, Giovanni II, di meno di due anni, e dividendo la reggenza in un elaborato testamento tra la sua vedova e suo fratello.
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