Edwin di Northumbria

Rappresentazione di Edwin dal “Saxon Heptarchy” di John Speed del 1611.

Il racconto della conversione di Edwin offerto da Beda ruota su due eventi. Il primo, durante l’esilio di Edwin, racconta come la vita di Edwin fu salvata da Paolino di York. Il secondo, dopo il suo matrimonio con Æthelburg, fu il tentato assassinio a York, a Pasqua del 626, da parte di un agente di Cwichelm del Wessex. La decisione di Edwin di permettere il battesimo di sua figlia Eanfled e la sua successiva promessa di adottare il cristianesimo se la sua campagna contro Cwichelm avesse avuto successo. A parte questi eventi, il carattere generale del resoconto di Beda è quello di un re indeciso, non disposto a correre rischi, incapace di decidere se convertirsi o meno.

Insieme a questi eventi, l’influenza della regina mezzo merovingia di Edwin non può essere ignorata, e le lettere che Beda riproduce, inviate da papa Bonifacio V a Edwin e Æthelburg, difficilmente sono state uniche. Dato che il Kent era sotto l’influenza franca, mentre Beda vede la missione come di origine “romana”, i Franchi erano ugualmente interessati a convertire i loro compagni tedeschi e a estendere il loro potere e la loro influenza. Beda racconta il battesimo di Edwin, e quello dei suoi uomini principali, il 12 aprile 627. Lo zelo di Edwin, così dice Beda, portò anche il figlio di Rædwald, Eorpwald, a convertirsi.

Il racconto di Beda sulla conversione è spesso citato. Dopo che Paulinus spiega i principi del cristianesimo, il re chiede ai suoi consiglieri cosa pensano della nuova dottrina. Il sacerdote di Edwin, Coifi, risponde che potrebbero essere utili; dopo tutto, dice, nessuno è stato più rispettoso e devoto ai loro dei di lui, e non ha visto benefici dalla sua dedizione a loro. Poi, un consigliere senza nome si alza e si rivolge al re, vedendo anche lui il beneficio della nuova fede. Coifi parla di nuovo e annuncia che dovrebbero distruggere gli idoli e i templi che fino ad allora avevano adorato. Re Edwin è d’accordo e abbraccia il cristianesimo; Coifi stesso darà fuoco agli idoli, dichiarando: “Lo farò io stesso, perché ora che il vero Dio mi ha concesso la conoscenza, chi meglio di me può dare un esempio pubblico e distruggere gli idoli che adoravo nell’ignoranza? Beda continua a descrivere la scena quando Coifi “rinuncia formalmente alle sue superstizioni, e chiede al re di dargli armi e uno stallone”. Armato di spada e lancia, Coifi cavalca il cavallo di Edwin verso gli idoli, il tutto sotto gli occhi della folla riunita per assistere alla conversione di Edwin. Raggiunto il tempio, Coifi “vi lanciò una lancia e lo profanò”

In un articolo intitolato “How Coifi Pierced Christ’s Side”, Julia Barrow esamina il testo in latino di Beda e presta particolare attenzione al passaggio riguardante l’attacco di Coifi al tempio. Barrow nota che l’uso di lancea da parte di Beda “non era la parola che gli scrittori medievali usavano normalmente per la lancia”, mentre “hasta era la scelta usuale”. Barrow continua affermando che la lancea fu probabilmente usata da Beda come riferimento ai dettagli della crocifissione di Cristo forniti nel libro vulgato di Giovanni, quindi la profanazione del santuario da parte di Coifi deve essere intesa “come un’inversione della trafittura del tempio del corpo di Cristo”. Tutti questi dettagli supportano la comprensione che Beda aveva grande “calore e ammirazione” per Edwin.

Il breve discorso del consigliere senza nome, un nobile, ha attirato molta attenzione; suggerendo la “saggezza e la speranza del messaggio cristiano”, ha ispirato poeti come William Wordsworth ed è stato chiamato “la similitudine più poetica in Beda”:

L’uomo della vita presente, o re, mi sembra, in confronto a quel tempo che ci è sconosciuto, come il volo veloce di un passero attraverso la stanza in cui siedi a cena in inverno tra i tuoi ufficiali e ministri, con un buon fuoco in mezzo mentre le tempeste di pioggia e neve prevalgono all’estero; il passero, dico, che entra da una porta e subito esce da un’altra, mentre è dentro è al sicuro dall’inverno, ma dopo un breve periodo di bel tempo sparisce subito dalla vostra vista nel buio inverno da cui è uscito. Così questa vita dell’uomo appare per un breve spazio, ma di ciò che è andato prima o di ciò che seguirà siamo ignoranti. Se dunque questa nuova dottrina contiene qualcosa di più certo, sembra giustamente meritare di essere seguita.

Degno di nota è il riassunto di Beda sulla natura del regno di Edwin come re di Northumbria:

“Si racconta che a quel tempo c’era così tanta pace in Britannia, che ogni volta che il potere di re Edwin si estendeva, come si dice proverbialmente fino ad oggi, anche se una donna con un bambino appena nato voleva camminare attraverso tutta l’isola, da mare a mare, poteva farlo senza che nessuno le facesse male.”

Kershaw indica che “la decisione di Beda di mettere la pace di Edwin in termini proverbiali offre …un’agghiacciante visione dei livelli di illegalità accettati nell’Inghilterra dell’VIII secolo”. Inoltre, una definizione di “pace” è da intendersi come “libertà da rapine, stupri o violenze; sicurezza di viaggiare a volontà e di ‘andare letteralmente in pace’.”

La conversione di Edwin e quella di Eorpwald furono invertite dai loro successori, e nel caso della Northumbria il romano Paulinus sembra aver avuto un impatto molto limitato. Infatti, espellendo il clero britannico da Elmet e altrove nel regno di Edwin, Paolino potrebbe aver indebolito la Chiesa piuttosto che rafforzarla. Pochissimo clero romano era presente al tempo di Paolino, essendo noto solo Giacomo il Diacono, così che la “conversione” può essere stata solo superficiale, estendendosi poco oltre la corte reale. La decisione di Paolino di fuggire dalla Northumbria alla morte di Edwin, a differenza del suo accolito Giacomo che rimase in Northumbria per molti anni dopo fino alla sua morte, suggerisce che la conversione non fu popolare, e l’anziano ecclesiastico italiano poco amato.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.